Andrea Piersanti ha ideato e realizzato per Contenuti digitali e transmediali della Rai un programma di divulgazione della cultura cinematografica che si chiama “Quelli che il cinema”; ora è disponibile sulla piattaforma Rai Play e a dicembre, durante le vacanze di Natale, sarà trasmesso anche su Rai Tre.
Gli esperti di AI fanno un esempio. Una persona è dentro una scatola nera con tanti messaggi diversi scritti in cinese. Non conosce quella lingua ma ha le istruzioni (i mega dati del web) per scegliere i messaggi “giusti” (in cinese) da inviare in risposta alle sollecitazioni che vengono dall’esterno. Così funziona l’AI. Non ragiona e non genera intelligenza. Soprattutto non “capisce”.
In televisione si dice che puoi montare a schiaffo una sequenza con un’altra solo se sono legate da un cane-cane, una parola ripetuta in entrambe. In televisione questa regola sembra inossidabile. Deriva dal vecchio adagio latino: repetita iuvant. Le ripetizioni giovano alla narrazione perché il pubblico si distrae facilmente.
Che poi più si parla di salute mentale, meno la tv capisce. Nel piccolo schermo gli psicologi hanno paura. Saltano sulla sedia quando il malato si avvicina. Piangono. Sono indecisi. Guardano con terrore negli occhi dei propri pazienti.
La machina, con una sola “c”, è scomparsa dalla tv lineare. Le pubblicità che i brand dell’automotive propongono ogni giorno sui canali tv sono lisergiche e surreali. Auto che volano in cielo o che corrono in strade desertificate neanche fossero in un episodio di The Last Of Us. Gli autori che si occupano delle ads di automobili sembrano persi in una metafisica del design e del motore. Con buona pace di Corrado Guzzanti. Leggi il seguito di questo post »
Che poi a che serve la tv se non ad alimentare l’infinita filiera dei social. Che poi a che serve la tv lineare se la prima televisione del mondo ormai si chiama YouTube.
“Torneremo nel cuore del nostro pubblico, e dei nostri inserzionisti, solo quando ci ricorderemo che il nostro obiettivo è proporre una esperienza mediatica personalizzata nell’ambito del contesto sociale delle nuove comunità di utenti”. Sembra oggi ma era Beth Comstock della Nbc Universal nel 2006.
YouTube aveva debuttato solo l’anno prima. Sono passati venti anni e siamo ancora lì.
I perdenti ci affascinano. Ci fanno ridere e ci fanno piangere. I perdenti siamo noi. Per questo li amiamo. E per questo motivo il nostro cuore è saltato in aria alla notizia della morte di Matthew Perry (Chandler della sitcom della NBC Friends).
Caro Mattia Torre, grazie. Grazie di cuore. Non solo per Boris (grazie per sempre). Grazie soprattutto per quel monologo raffinato che è In mezzo al mare (Mondadori, 2019).
È come il respiro del Vangelo. Gesù si apparta per pregare, riprende il fiato, riordina i pensieri, pensa ai suoi fratelli e alle sue sorelle e si mette in ascolto del Padre. Poi il mondo fracassone e pasticcione, tragico e disperato, torna a far sentire i propri lamenti. Gli apostoli si accostano, lo chiamano, lo invocano e le folle si fanno più pressanti. Gesù allora sorride e, grazie al fiato che ha raccolto con la preghiera, può tornare a rivolgersi a tutti coloro che chiedono una Sua parola e il Suo aiuto. Il respiro del Vangelo ha un suo ritmo sacro e indispensabile. È la fonte della nostra speranza. Gianfranco Rosi, con In viaggio, negli improvvisi silenzi del Papa ritrova quello stesso respiro e lo racconta con lo sguardo dell’umanità dolente che cerca di volgere gli occhi al cielo. Leggi il seguito di questo post »
La televisione per coloro che non hanno tempo o voglia di vedere la tv è la nuova frontiera dei servizi a valore aggiunto. Ne ha dato un buon esempio, in questi anni, la piattaforma Youtube di Google. Se ci siamo persi una performance di uno degli ospiti di Sanremo, possiamo andare a rivedercela il giorno dopo, e non solo su Raiplay. È una delle intuizioni editoriali di Dagospia. Leggi il seguito di questo post »
È che alla fine verrebbe voglia di usare per lui, Vincenzo Paperica che fra gli umani è Mollica, gli stessi superlativi ridondanti che lui stesso ha adoperato centinaia di volte per attori, registi e cantanti. Vincenzo sta perdendo la vista e, non contento (ridondante in tutto), ha anche il Parkinson e il diabete. Apprendiamo queste notizie e, istintivamente, vorremmo correre ad abbracciarlo forte per farci contagiare ancora una volta dal suo placido attaccamento alla vita.
Le ragioni per essere allegri. Le sta cercando David Byrne, il leader storico di una rock band degli anni Settanta, i Talking Heads. Byrne ha aperto un sito web che si chiama reasonstobecheerful.world. È un’iniziativa molto bella: non è banalmente buonista e utilizza le armi della ragione e della ragionevolezza per individuare nelle umane vicende le cose che ci uniscono invece di quelle che ci dividono.
Cari autori della tv ripensate alla vicenda di Lazzaro. Appena uscito dal sepolcro scoprì un imbarazzo nuovo. Non sapeva più abbracciare quei cari che lo avevano creduto morto. Succede lo stesso anche a noi. Dopo la forzata reclusione del lockdown scopriamo una difficoltà inaspettata. La relazione con l’altro è monca. Gli abbracci portano confusione. La spontaneità di un’emozione è tutta da riscoprire.
Non hanno un solo capello fuori posto le nuove donne della tivù del terzo millennio. Hanno outfit invidiabili, preferiscono i colori pastello, sono capaci di tenere a bada anche gli uomini più volgari e piangono quando meno te lo aspetti.