
Il convegno sul futuro del cinema durante il Festival di Venezia
L’intervento del presidente Anica al convegno di Venezia sul futuro del cinema pubblicato da Due-Esse.
Al convegno sul futuro del cinema organizzato da Mibac insieme a Anica, Istituto Luce Cinecittà e Biennale di Venezia, il presidente Anica, Riccardo Tozzi ha tenuto un intervento sui temi da porre al centro dell’attenzione in vista degli Stati generali dell’industria che si terranno in autunno a Roma. «Il primo punto è quello tra cinema e audiovisivo – ha detto Tozzi – dove per audiovisivo intendo includere la tv e internet. La ragione per cui le tv diminuiscono gli investimenti non è cattiva volontà ma una questione strutturale: nessuna azienda al mondo ha 16 reti ed è proprietaria di tutto il suo sistema così è troppo oberata e impedisce alla Rai di fare margine. Se le cose non cambiano, investirà nei prodotti sempre meno. Consideriamo poi che presto scoppierà una guerra tra televisione e internet perché sulla rete sta nascendo un’offerta che è quella di una tv moderna, che permette di vedere quello che vuoi quando vuoi. E in questo scontro noi operatori cinema siamo tirati in ballo: da una parte la tv giocherà al ribasso degli investimenti, costringendoci ad accettare meno ma subito; dall’altra internet offrirà i nostri contenuti alle loro condizioni o a quelle scelte dal pubblico». Tozzi ha anche toccato il tema delle sale cinematografiche: «Gli spettatori non crescono, e per i film di qualità perdiamo pubblico: va costruito un moderno sistema per le città o di grande appeal, sullo stile di Eataly per il cibo, o di grande capacità di socializzazione e questo sta agli esercenti. Va semplificata la burocrazia per l’apertura e la gestione delle sale oltre a studiare una formazione per l’esercente del futuro». Quanto all’internazionalizzazione, il presidente Anica ha ricordato i passi avanti fatti recentemente con il Ministero dello Sviluppo economico ma ora spera si attui quella che a suo avviso è la seconda fase dell’apertura culturale, l’inizio della produzione da parte di quei mondi che vedono nell’Italia un punto di riferimento: «Spero che gli immigrati di seconda generazione comincino a fare film il prima possibile». Come ultimo punto poi Tozzi ha suggerito alcune richieste per lui fondamentali per il comparto: «Dobbiamo chiedere di rafforzare il Fus perché così non ce la facciamo; dobbiamo espanderci nel rapporto tra produzione e territorio e soprattutto non dobbiamo rimanere abbarbicati al vecchio perdendo tempo a giudicare il nuovo perché non porta a niente. Il nuovo arriva inevitabilmente».