Beppe Grillo ha paura dei lupi della tv. L’obiettivo dei conduttori dei talk show, ha scritto sul suo blog. «è, con voce suadente, sbranare pubblicamente ogni simpatizzante o eletto del M5S e dimostrare al pubblico a casa che l’intervistato è, nell’ordine, ignorante, impreparato, fuori dalla realtà, sbracato, ingenuo, incapace di intendere e di volere, inaffidabile, incompetente». «Il conduttore – ha spiegato – si succhia come un ghiacciolo il movimentista a cinque stelle, vero o presunto (più spesso presunto), lo mastica come una gomma americana e poi lo sputa, soddisfatto del suo lavoro di sputtanamento». Ma non tutti i suoi seguaci sono d’accordo. «Francamente mi comincio a stancare. Quando la smettiamo con questi articoli e cominciamo a occuparci di cose serie? Pensiamo anche noi a non essere così facilmente sputtanabili. Il che non significa rintanarsi e non parlare con i giornalisti!», ha scritto Roberto Persichilli, a commento del post anti tv di Grillo. «E dai, Beppe, abbi il coraggio di ammetterlo: un neodeputato che parla di quelle panzane fa ridere, non è colpa dei giornalisti», ha scritto Alessio Bardellini. Grillo si accanisce tanto con la tv (e continua a proibire ai suoi di parlare con i giornalisti) perchè teme proprio quello sputtanamento che evoca nel suo post. Teme, in altre parole, di perdere credibilità se gli italiani, diradata la cortina fumogena della campagna elettorale, cominciassero veramente a domandarsi: ma chi abbiamo mandato in Parlamento?
La prova di questa strategia della “non comunicazione” sta nelle “tv alternative” sul web che i grillini stanno mettendo in piedi per trasmettere in streaming dibattiti e talk show tutti interni al movimento, per «la trasparenza», dicono. Ma, a ben vedere, sono esattamente il contrario di uno strumento di informazione. Non ci sono confronti ma solo lunghi monologhi di stile “bulgaro”. Uno stile “bulgaro” che si rispecchia anche nella pessima qualità delle immagini (e dell’audio) e nella inaccettabile grammatica televisiva.
Una scelta di campo precisa che ha un unico obiettivo: non comunicare nulla ed evitare che gli italiani capiscano cosa stia veramente accadendo dentro il Movimento 5 Stelle. Se ne avvantaggiano però le aspirazioni piccolo borghesi di alcuni dei miracolati di Grillo. Come nel caso del giornalista Salvo Mandarà, un vero “principiante assoluto” del video che però ha fondato nientemeno che la “Tv5 stelle”. Il talk show di Salvo Mandarà si chiama “Salvo Channel”. Come se Santoro avesse chiamato la sua tv sul web “Michele Channel”. Ma dai! Da morire dal ridere se non fosse una cosa seria, con più di cento deputati in Parlamento a fare leggi e a decidere i destini del paese.