Gli psicologi in tv con l’effetto jumpscare

Pubblicato: 7 settembre 2025 in cultura, La materia dei segni
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Che poi più si parla di salute mentale, meno la tv capisce. Nel piccolo schermo gli psicologi hanno paura. Saltano sulla sedia quando il malato si avvicina. Piangono. Sono indecisi. Guardano con terrore negli occhi dei propri pazienti.

Gli psicologi, da qualche tempo, sono i protagonisti di alcune acclamate serie televisive. Hanno iniziato gli israeliani con BeTipul nel 2005, lo show interpretato da Assi Dayan (pluripremiato attore, sceneggiatore, regista e produttore). È arrivato poi nel 2008 il remake della HBO In Treatment, interpretato da Gabriel Byrne e in Italia, nel 2013, con lo stesso titolo e con Sergio Castellitto al posto di Byrne.

Si trattava però solo del primo approccio. È con The Crowded Room, infatti, che arriva il salto di qualità. La serie thriller del 2023 è basata sulla storia reale di Billy Milligan (con il volto dell’ex Spider-Man Tom Holland), un giovane accusato di vari crimini, rapimenti, stupri e rapine: soffriva di disturbo dissociativo dell’identità e fu il primo ad essere assolto per infermità mentale negli Stati Uniti. La psicologa Rya Goodwin, interpretata da Amanda Seyfried, si muove al confine fra la determinazione e la paura. Vuole aggiungere una voce al DSM, Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali stilato periodicamente dagli psichiatri americani. Psichiatri, non psicologi. Per farlo però deve passare diverse ore nella stessa stanza con un potenziale serial killer. Imparerà a sue spese a gestire i momenti di terrore, soprattutto quando sono le personalità più violente del ragazzo a prendere il sopravvento. A distanza di due anni è arrivata Adolescence, miniserie televisiva britannica del 2025, ideata da Jack Thorne e Stephen Graham e diretta da Philip Barantin. Si tratta di una storia con tutte le caratteristiche di un film horror. È sufficiente che il giovanissimo Jamie Miller (Owen Cooper) si alzi dal tavolo per suscitare improvvisamente una reazione istintiva di terrore puro nella psicologa Briony Ariston (Erin Doherty). Quando il ragazzino accusato di omicidio è di nuovo nella sua cella, la psicologa rimane a lungo sulla sedia a piangere. Più si parla di salute mentale, meno la tv capisce. Come riferiscono i professionisti, moltissime persone ormai usano le chatbot dell’intelligenza artificiale per avere consigli e diagnosi. Le istituzioni pubbliche ammettono a denti stretti che la salute mentale è ormai una priorità sociale. Da parte loro, psichiatri, psicoterapeuti e psicologi, lottano per mantenere futili posizioni di potere. E la salute mentale? E il ruolo degli psicologi? Spoiler: non è un thriller, come dice la tv. È, al contrario, un lavoro metodico, sistematico e di supporto e non è un gioco di ruolo con demoni e criminali, con colpi di scena e salti sulla sedia. La psicologia, di cui abbiamo bisogno, istituzioni permettendo, è una cosa seria. Non è un jumpscare.

di Andrea Piersanti

Pubblicato nella rubrica La materia dei segni su Tivù di luglio 2025

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