
Che poi a che serve la tv se non ad alimentare l’infinita filiera dei social. Che poi a che serve la tv lineare se la prima televisione del mondo ormai si chiama YouTube.
“Torneremo nel cuore del nostro pubblico, e dei nostri inserzionisti, solo quando ci ricorderemo che il nostro obiettivo è proporre una esperienza mediatica personalizzata nell’ambito del contesto sociale delle nuove comunità di utenti”. Sembra oggi ma era Beth Comstock della Nbc Universal nel 2006.
YouTube aveva debuttato solo l’anno prima. Sono passati venti anni e siamo ancora lì.
Fa molto ridere la serie The Studio (Apple TV+): il personaggio del responsabile del marketing (Kathryn Hahn) sembra il vero capo degli Studios e le sue analisi dei social suscitano reazioni isteriche e cambi di rotta repentini. Come nella settima puntata della prima stagione dedicata al casting politicamente corretto del nuovo franchise. Fa ridere ma fa anche riflettere. I social sono ormai molto più importanti del contenuto e del film stesso. Il contenuto non è più il king. È stato spodestato.
Il solo fallimento epocale che YouTube abbia mai registrato nella sua ventennale carriera multimiliardaria è stato registrato quando ha provato a scimmiottare le piattaforme come Netflix o Amazon e si è messa a creare Originals. Dopo molti denari spesi e qualche contenuto inutilmente premium, ci ha ripensato e, nel 2022, ha abbondato ogni progetto editoriale.
Netflix oggi investe 17 miliardi di dollari all’anno nei contenuti. YouTube invece ha speso 70 miliardi di dollari negli ultimi tre anni, ma sempre dopo aver generato profitti e senza rischi finanziari. Sulla piattaforma di Google, sono i digital creator a decidere cosa realizzare e coprono da soli i propri costi di produzione. Se un video genera visualizzazioni e introiti pubblicitari, YouTube invia ai creatori il 55% di tali ricavi. Se un video fa flop, non ci sono perdite.
“I nostri creatori sono molto più bravi a prevedere cosa vuole il nostro pubblico”, spiega Neal Mohan, amministratore delegato di YouTube. “Questa è la televisione ripensata per una nuova generazione”.
E i risultati sono ormai nella storia della tv. Sotto il segno di MrBeast (una sorta di Squid Game con oltre 385 milioni di iscritti e una ottantina di miliardi di visualizzazioni totali), YouTube è diventata la tv più vista dell’intero universo. Nuovi problemi però sono dietro l’angolo. Non tutti gli spettatori di YouTube sono uguali. Secondo TVision, una società di ricerca, si dividono in due estremi: chi guarda YouTube con molta attenzione e chi invece si distrae subito.
Nel 2005, il primo video pubblicato su YouTube, durava 19 secondi e, davanti alla gabbia degli elefanti di uno zoo, Jawed Karim, (socio fondatore della piattaforma) diceva: “Hanno la proboscide veramente lunga”.
Che poi a che serve la tv, veramente?
Pubblicato su Tivù di giugno 2025

