Il tema era stato ampiamente anticipato dal film “Inside Out”. Il contrasto fra i due personaggi, Joy e Sadness, nel finale della pellicola si risolve a favore della seconda. Dato che il suo ruolo nel film non è ben chiaro neppure a se stessa, Sadness (la tristezza) è considerata meno importante delle altre emozioni. Si scoprirà solo alla fine che il suo scopo è segnalare il bisogno della giovane protagonista di ricevere conforto dalle persone che le vogliono bene. Sembrava solo una buona idea per la sceneggiatura di un cartone animato di successo. Ma non è così. Negli Usa, l’argomento è studiato con molta serietà. “Aiutare un bambino a sentirsi di nuovo felice può offrire sollievo immediato sia ai genitori sia ai figli, ma non aiuta un bambino a lungo termine. Insegnare ai bambini a navigare nel loro mondo emotivo è un fattore critico per il successo in tutta la loro vita futura”, ha detto Susan David, autrice del libro “Emotional Agility” uscito da poco nelle librerie statunitensi.
Serve anche la tristezza: la nuova educazione alle emozioni aiuta i bambini e gli adolescenti a far pace con la vita e con se stessi | AgenSIR
Pubblicato: 5 ottobre 2016 in la giusta distanza0