Il giubileo del Papa che non è comunista e che ama i poveri

Pubblicato: 8 dicembre 2015 in cultura
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In edicola con Il Corriere della Sera, Famiglia Cristiana e Credere “La chiesa degli ultimi”, il secondo dvd de “Il Giubileo di Papa Francesco”, un documentario in quindici puntate realizzato da Rai e dal Corriere della Sera. In questo dvd anche l’intervista esclusiva con Mons. Matteo Zuppi, nuovo vescovo di Bologna.

La corruzione “spuzza”

Il Papa è “comunista”, si occupa solo dei poveri, scrivono e ripetono i mass media in tutto il mondo. Papa Francesco, con un sorriso mesto, spiega: “Il numero dei poveri è grande. E poi perché parlo dei poveri? Ma perché è al cuore del Vangelo, e sempre parlo della povertà a partire dal Vangelo”. Il tema è complesso anche se teologi e studiosi di storia della Chiesa hanno pochi dubbi. “Noi non esercitiamo la misericordia con i poveri. Noi, al contrario, impariamo la misericordia dai poveri. In Paradiso loro entreranno per primi e dobbiamo sperare che dopo facciano entrare anche noi”, sostiene Stella Morra, teologa e docente della Università Gregoriana. Se l’impianto religioso dei Vangeli non lascia spazio alle interpretazioni, rimane però la difficoltà che giornalisti e osservatori incontrano nell’analisi di questo pontificato. Durante un’omelia che ha suscitato non poco rumore, quella davanti ai parlamentari italiani, Papa Francesco, fra le altre cose, ha detto: “Il popolo di Dio era solo, e questa classe dirigente era chiusa nelle sue idee, nella sua pastorale, nella sua ideologia. Non potevano sentire la parola del Signore: erano tanto, tanto chiusi, lontani dal popolo. Gesù guarda il popolo e si commuove, perché lo vede come “pecore senza pastori”. E va dai poveri, va dagli ammalati, va da tutti, dalle vedove, dai lebbrosi a guarirli. Questa classe dirigente si era allontanata dal popolo. Ed era soltanto con l’interesse nelle sue cose: nel suo gruppo, nel suo partito, nelle sue lotte interne. Avevano abbandonato il gregge. E questa gente era peccatrice? Sì. Sì, tutti siamo peccatori, tutti. Tutti noi che siamo qui siamo peccatori. Ma questi erano più che peccatori: il cuore di questa gente, di questo gruppetto con il tempo si era indurito tanto, tanto che era impossibile ascoltare la voce del Signore. E da peccatori, sono scivolati, sono diventati corrotti. E’ tanto difficile che un corrotto riesca a tornare indietro. Il peccatore sì, perché il Signore è misericordioso e ci aspetta tutti. Ma il corrotto è fissato nelle sue cose, e questi erano corrotti”. Il Papa lo ha detto anche alla gente di Scampia: “La corruzione spuzza! La società corrotta spuzza! Un cristiano che lascia entrare dentro di sé la corruzione non è cristiano, spuzza!”.

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